Colosseo. Un’icona

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2017
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«The Colosseum is not only a monument, a machination of brick and boulder: it is a beast. It reproduces; its formidable stone has a fierce, reddish-brown and carnal quality; it is wild, seemingly a thing out of the forest, standing still in wide open space, dazzled and silently furious».
Giorgio Manganelli, Il Messaggero, 1989

An iconic monument in the collective imagination, the Colosseum tells its own story in an exhibition spanning from the Caesars to this day: 12 sections arranged in chronological order reveal the historical and cultural influence of the amphitheater in the most diverse fields. From painting to architecture, entertainment, literature, sociology and politics: over time, the monument has become an outstanding symbol of eternity and power, civilization and culture.

The graphic identity of the exhibition offers an accurate visual transcription of the title, depicting history and tradition of the Flavian Amphitheater inside an unifying mark, an abstract symbol that refers to the building’s footprint. Rendered contemporary by repetition, the sign transforms into a mirror wall that reflects visitors at the entrance of the exhibition, while in the background the monument itself remains the protagonist.

«Il Colosseo non è solo un monumento, una macchinazione imponente di laterizi e massi: è una bestia. Si riproduce; la sua pietra poderosa ha una fulva, feroce, qualità carnale; è selvatica, sa di cosa uscita dalla foresta, ferma nello spazio spalancato, abbagliata e tacitamente furibonda».
Giorgio Manganelli, Il Messaggero, 1989

Per la prima volta il Colosseo, monumento icona dell’immaginario collettivo, si racconta in una mostra che ripercorre la sua storia, dal tempo dei Cesari ai giorni nostri: in dodici sezioni ordinate cronologicamente l’influenza storico-culturale dell’anfiteatro si riflette negli ambiti più diversi. Dalla pittura all’architettura, dallo spettacolo alla letteratura, dalla sociologia alla politica: nel tempo il monumento diventa simbolo per eccellenza di eternità e potenza, di civiltà e cultura.

L’immagine grafica della mostra offre una fedele traduzione visuale del titolo, rappresentando la storia e la tradizione dell’Anfiteatro Flavio all’interno di un segno unificatore, una marca astratta che riporta all’impronta dell’edificio. Reso contemporaneo dalla ripetizione seriale, all’ingresso della mostra il segno si trasforma in una superficie specchiata che riflette il flusso dei visitatori, con il monumento sempre protagonista assoluto.