Vittoria Alata Brescia 2020

Vittoria Alata Brescia 2020: a cultural project launched in 2019 aimed to transform the restoration of the city’s iconic Roman statue into an opportunity for civic growth; a two-year program of events and actions that proved to be the engine of post-pandemic renaissance through culture.

«Non ho visto nulla di più bello» (I have never seen anything more beautiful) were the first words pronounced by Leopoldo Cicognara, president of the Accademia di Belle Arti di Venezia, when the statue was discovered in July 1826, incredibly intact after being hidden for almost eighteen centuries in a cavity of the Roman temple in Brescia.

The absence of photographic images of the new look of the statue – restoration works were underway – paved the way to a new iconography, based on 3D imagery created for the restoration, resulting in a contemporary visual language driven by contrasting forces: abstract even in its figurative elements; two-dimensional but conveying three-dimensionality; symbolic but open to a whole language to evolve.

Writing completes and integrates such language: a custom typography inspired by the historic framework – expressed by the so-called Egyptienne typefaces used in the 19th century – conveys the design values across all kinds of applications in an essential and recognisable way.

A flexible language, intended to keep pace with the Vittoria Alata project through two years of celebrations and events, leaving small permanent marks throughout heritage enhancement works.

Vittoria Alata Brescia 2020: un progetto culturale lanciato nel 2019 e destinato a trasformare il restauro della statua romana icona della città in un’opportunità di crescita civica; un programma di attività e interventi lungo due anni, divenuto motore della rinascita nel post pandemia grazie alla cultura.

«Non ho visto nulla di più bello» queste le parole di Leopoldo Cicognara, presidente dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, quando la statua venne portata alla luce nel luglio 1826, incredibilmente integra dopo esser rimasta nascosta per quasi diciotto secoli in un’intercapedine del Capitolium di Brescia.

L’impossibilità di fotografare la statua nella sua condizione finale – il restauro era ancora in corso – ha aperto la strada alla creazione di un’iconografia che muovendo dalla sofisticata rappresentazione 3D realizzata per il restauro, ha prodotto un linguaggio visuale contemporaneo, improntato a contrasti: astratto, ma con forti basi figurative; bidimensionale, ma capace di veicolare la tridimensionalità; e infine simbolico, ma aperto e destinato a evolversi nel tempo. Un linguaggio visuale completato dalla scrittura, con l’adozione di una tipografia su misura ispirata dal contesto storico – spunto sono i caratteri Egizi in uso all’inizio del diciannovesimo secolo – che veicola e declina i valori progettuali in modo sintetico e riconoscibile in tutte le applicazioni.

Un linguaggio flessibile, infine, destinato ad accompagnare il progetto Vittoria Alata attraverso due anni di eventi, distillandosi in piccoli segnali permanenti negli interventi di valorizzazione del patrimonio monumentale.